Sono diversi gli strumenti che la psicologia del lavoro ha individuato, negli anni, per comprendere al meglio i processi decisionali e le scelte in ambito organizzativo. Attraverso dei questionari appositamente strutturati, è possibile infatti arrivare a definire le priorità dei lavoratori per quel che riguarda la loro performance e la soddisfazione all’interno del gruppo in cui svolgono le proprie mansioni.
I valori personali in ambito lavorativo vengono concettualizzati come dei costrutti ipotetici stabili nell’individuo, rappresentanti di come il lavoro dovrebbe essere rispetto ai propri obiettivi, a ciò che si considera giusto e a quegli elementi che determinano una maggiore attenzione.
Ovviamente sono anche i fattori culturali, specifici per ogni paese, a determinare gli scopi e le preferenze dei lavoratori, rendendo meno stabile un sistema valoriale che rimane quindi dinamico.
Uno dei questionari più famosi è il Portrait Values Questionnaire, sviluppato negli anni ’90 da Schwartz e basato su 10 item: descrizioni brevi che fanno riferimento a diversi bisogni che a loro volta sono basati su 10 tipologie valoriali. I soggetti rispondono dichiarando le similarità percepita su una scala a 6 passi. Questi i 10 valori declinati secondo il modello:
Potere: si conferisce importanza al conseguimento di una carica prestigiosa, all’autorità ottenuta e al proprio status sociale, con uno spiccato interesse per l’acquisizione di risorse e di controllo sugli altri.
Successo: l’interesse maggiore scaturisce per il raggiungimento del successo personale e per la possibilità di dimostrare la propria competenza secondo quelli che sono gli standard dell’ambiente lavorativo.
Piacevolezza: la soddisfazione, il divertimento e la gratificazione sono centrali, e predispongono l’individuo a mantenere il rigore della vita lavorativa isolato rispetto ad ambiti privati.
Stimolazione: sono individui che prediligono la sfida, la novità e l’esplorazione. La loro curiosità spesso genera nuove fonti di interesse nell’ambito lavorativo.
Autonomia: viene attribuita una particolare importanza alla possibilità di svolgere i propri compiti in autonomia, sfruttando la propria creatività e intelligenza.
Universalismo: si assume spesso una posizione tollerante e di protezione verso gli altri colleghi, nel tentativo di preservare l’equità e la serenità nel proprio ambiente.
Benevolenza: l’obiettivo primario è quello di garantire il benessere di tutti coloro con cui si entra in contatto. Si sente la responsabilità di essere onesti e disponibili con tutti.
Tradizione: le abitudini e i modi di pensare consolidati vengono seguiti pedissequamente nel rispetto della cultura aziendale.
Conformismo: comporta l’aderenza rigida alle regole e alle pressioni sociali. Spicca una particolare fedeltà alle indicazioni dei colleghi più anziani, anche in virtù di una rinuncia ai propri desideri.
Sicurezza: si tende a preservare la stabilità e l’ordine, assicurando l’armonia dell’ambiente fisico nello svolgimento delle attività professionali.
Nel 2007, Francesco Avallone ha elaborato una versione italiana del questionario di Schwartz, che prende il nome di Questionario sui Valori Lavorativi.
di Daniele Sasso